Oggi il Pomodorino del Piennolo si coltiva come si faceva in passato: vengono utilizzati dei sostegni in legno che, grazie all’aiuto di fili di ferro, evitano che i pomodori tocchino terra, godendo in tal modo dei raggi di sole in modo uniforme. Questa varietà è detta “del Piennolo” perché la tecnica di conservazione tradizionale vuole che si formino dei “piennoli”, ovvero pendoli: grappoli interi, raccolti tra luglio ed agosto, sistemati su un filo di canapa legato a cerchio per comporre un unico grande grappolo, conservato sospeso in luoghi asciutti e ventilati. Questo sistema favorisce una lenta maturazione e consente di avere un prodotto fresco fino alla primavera seguente dell’anno di raccolta.
Il Pomodoro del Piennolo ha un gusto particolare ed è ricco di vitamina A e vitamina C, e di sali minerali come calcio, fosforo e potassio. E’ anche un ottimo antiossidante naturale e contrasta la produzione di radicali liberi.
I Pomodorini del Piennolo hanno una colorazione rossa intensa, pesano circa 30 grammi, sono tondi ma presentano un piccolo allungamento nella parte contrapposta al picciolo. La buccia è coriacea e, pertanto, non viene mangiato crudo; ha un gusto dolce ed intenso, con un retrogusto acidulo a causa dell’alta concentrazione di zuccheri e sali minerali provenienti dal terreno di coltivazione.
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio viene impiegato nella preparazione di primi piatti semplici: ad esempio è ottimo saltato in padella con un fio di olio extravergine di oliva, uno spicchio d’aglio e qualche foglia di basilico; oppure lo si può utilizzare per realizzare salse a base di pomodoro per accompagnare secondi piatti a base di pesce e verdure, oppure per la cosiddetta pizza semaforo.